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La crisi mondiale mette alla prova l’eccellenza operativa

Di Nicolas Odet,Presidente di Hardis Group

Messi a dura prova durante i lockdown del 2020, i sistemi informativi devono affrontare la sfida dell’eccellenza operativa evitando di costruire innovazioni su sabbie mobili. Primo piano su questi mesi, che hanno profondamente trasformato le priorità delle organizzazioni… e delle direzioni dei sistemi informativi (DSI).

Ripresa della crescita o lotta per la sopravvivenza: le sfide di una crisi inedita

In senso macroeconomico, la crisi sanitaria mondiale del 2020 ha generato una crisi economica globale dalle caratteristiche inedite e quindi totalmente imprevedibili. A livello microeconomico, invece, le conseguenze sono molto più diversificate: se alcuni attori del mercato hanno subito un calo o un arresto brutale delle vendite con le difficoltà economiche che ne conseguono (chiusura dei punti vendita, licenziamenti, procedure di concordato preventivo, risanamento giudiziario o liquidazione giudiziaria, ecc.), altri, invece, hanno osservato una spettacolare accelerazione dell’attività.

Che si tratti del settore d’attività, di prodotti e servizi adattati alla situazione, dell’agilità e della capacità di trasformare i propri processi operativi in modalità fail-safe ma efficace, del rimaneggiamento e della riorganizzazione delle modalità di distribuzione o, più in generale, della resilienza dell’organizzazione stessa, le ragioni profonde del successo o delle difficoltà sono molteplici.

Di primo acchito, si potrebbe parlare di “vincitori” e “vinti” della crisi del 2020. Ma, ancora una volta, la realtà è ben più eterogenea. In effetti, la situazione è scomoda per molte aziende. Da un lato, ci sono le organizzazioni che tentano di garantire la propria sopravvivenza (o di limitare gli effetti deleteri della crisi). Dall’altro, quelle che puntano a perpetuare la crescita registrata in questo periodo, mantenendo il proprio livello di agilità nonostante una forte instabilità sanitaria ed economica.

 

Sistema informativo: ritorno alle origini

Una cosa è certa: questa crisi inedita avrà “sbloccato” un gran numero di situazioni. Così, i consumatori, anche quelli inizialmente più reticenti, si sono abituati all’e-commerce online con consegna a domicilio o ritiro al drive in auto o a piedi. Questo slancio ha anche ampiamente interessato il commercio B2B, inclusi settori che finora erano abbastanza estranei alle sfide dell’omnicanale. Per far fronte a questa situazione, le aziende hanno dovuto adeguare il proprio sistema informativo (rinforzando, per esempio, le piattaforme di vendita) e la logistica, ove possibile. Mentre lo smart working – che era nel migliore dei casi già pronto o esistente con strumenti adeguati e, nella maggior parte dei casi, semplicemente in esame o impossibile da realizzare per alcuni datori di lavoro – si è dovuto implementare o rinforzare rapidamente, nei settori in cui era possibile e pertinente farlo.

Logicamente, la natura dei progetti informatici è evoluta con e dopo la crisi. Numerosi progetti innovativi sono stati congelati o annullati, a vantaggio di azioni che soddisfacevano i bisogni operativi più urgenti, con l’obiettivo di garantire, per quanto possibile, la continuità dell’attività, tenendo conto della situazione in essere (per esempio, sistema legacy vs. applicazioni web e cloud di ultima generazione) ma anche dell’obbligo di sicurezza dei dati.

Tra queste urgenze: la comunicazione, le riunioni a distanza e, più in generale, il mantenimento del legame con i collaboratori. Molte aziende che non disponevano di strumenti già implementati o sufficientemente calibrati si sono affidate a soluzioni presenti sul mercato, rapide da realizzare perché standardizzate e “standalone”: Microsoft Teams, Zoom per la collaborazione formale, o workplace from FACEBOOK per favorire la condivisione di informazioni e mantenere la coesione dei team.

Per quanto concerne i processi operativi e le applicazioni associate, il lockdown generalizzato ha spesso imposto una modalità fail-safe, per tentare di mandare avanti al meglio le attività. Particolarmente sollecitate in questo periodo così delicato, le DSI si sono mobilizzate per trovare soluzioni. È stata l’occasione di identificare, a volte, alcuni problemi di fondo o carenze strutturali gravi del sistema informativo: sistema informativo core (back office) troppo obsoleto o poco agile, mancanza di apertura o sicurezza, ecc. Tali carenze sono spesso frutto di una strategia di digitalizzazione incompleta o lontana dalle reali necessità di trasformazione utili alle operazioni.

 

L’efficacia operativa ha la priorità (l’innovazione dovrà attendere)

Dopo aver gestito l’urgenza, la maggior parte delle DSI, alcune delle quali avevano dato priorità a progetti innovativi più visibili, ora riesaminano la gerarchia delle loro necessità, ovvero disporre di un sistema informativo affidabile e in grado di rendere i servizi fondamentali legati a doppio filo alle attività e al valore aggiunto dell’azienda. L’obiettivo è, in un secondo momento, prendere in considerazione le evoluzioni e le innovazioni future su un sistema informativo sano e un back office perfettamente consolidati. Tra gli elementi costitutivi di questo zoccolo duro, si ritrovano in particolare un’infrastruttura modernizzata e adattata alle necessità operative, un sistema di gestione delle relazioni con i clienti (Customer Relationship Management o CRM) aperto e aggiornato o ancora elenchi con le referenze prodotto e servizi completi di informazioni ed evolutivi.

Peraltro, il periodo attuale e le sue incertezze mantengono e rinforzano la necessità delle DSI di industrializzare e perpetuare i progetti realizzati, a volte empiricamente, la scorsa primavera. In modo schematico, il miglioramento dei processi insieme a una migliore agilità, all’aumento della produttività e al controllo dei costi sono oggi al centro delle loro preoccupazioni, per anticipare situazioni future di qualunque natura: progetti informatici strutturanti (soluzioni dedicate al core business, infrastrutture, ecc.), automazione robotica dei processi (RPA) o progetti per il miglioramento della catena logistica e della fornitura dei servizi.

In altre parole, prima dell’innovazione in senso stretto, molte organizzazioni devono darsi i mezzi per puntare all’eccellenza operativa ed essere pronte per le evoluzioni future dei loro mercati. Questo dovrà necessariamente passare anche da un’apertura più importante (attrezzata e sicura) dal sistema informativo all’ecosistema, in modo tale da aumentare l’efficacia e la flessibilità su tutte le catene del valore. Mentre, sempre nell’ottica dell’eccellenza operativa, l’integrazione degli strumenti di smart working nelle soluzioni operative e di gestione, e più in generale l’eliminazione o la limitazione dei silos delle applicazioni interne, dovrebbero costituire la prossima ondata di modernizzazione del settore informatico.